La carriera musicale di Youssou N’Dour inizia a sedici anni quando nel 1975 entra nell’orchestra Star Band di Ibra Kasse. Successivamente la sua esperienza maturerà tra le varie band di Dakar e del Senegal, collaborando con musicisti del calibro di El Hadj Faye e creando il suo primo gruppo denominato “Etoile”. Sarà proprio da questo gruppo che nascerà e crescerà lo “Mbalax”, l’ultima evoluzione della musica senegalese. Successivamente la collaborazione con Peter Gabriel e Neneh Cherry lo porterà alla fama mondiale.

Ora il cinquantottenne cantante e compositore, diventato tra l’altro anche ministro della cultura e del turismo, si mette in evidenza pubblicando il suo 34° album.

“Africa Rekk” significa in Wolof, la lingua nazionale del Senegal: “Solo l’Africa”. Ed è probabilmente l’album più africano che Youssou N’Dour abbia mai lanciato sul mercato internazionale; i ritmi mbalax senegalesi in alcune canzoni, le ballate e i suoni in generale lo testimoniano.

Si tratta di un viaggio attraverso l’Africa e per l’Africa, dove per prima cosa l’Africa è mostrata in modo positivo. Un viaggio che parte dal Senegal in Africa centrale e vuole espandersi verso l’esterno. Una corrente sonora dove i giovani fanno musica perchè esce dalle proprie radici, dal proprio essere e non per copiare ciò che viene dagli Stati Uniti o l’Occidente in generale.

I duetti con il rapper Akon, che è di origine senegalese e il congolese Fally Ipupa Stella completano questo viaggio musicale.

Youssou N’Dour ha dimostrato che un senegalese pur rimanendo nella sua casa di origine, può fare comunque una carriera internazionale. Il ragazzo con la voce d’oro, nato nel 1959 a Dakar, nella Medina, ha fatto della sua musica “Mbalax” la numero uno di fatto e, di conseguenza, di lui il cantante africano più famoso al mondo.

“Ho voluto creare posti di lavoro, e ho voluto dare voce a chi altrimenti sarebbe stato ignorato”

Due canzoni di questo nuovo album sono dedicate a leader spirituali del Senegal, eroi delle confraternite religiose di cui Youssou N’Dour fa parte: la confraternita di Mourides, il cui motto è “pregare e lavorare”.

“Oggi, i giovani hanno bisogno di una guida, specialmente in Africa, che è molto importante. Per quanto accade perché alcuni sviluppati, ma non dobbiamo dimenticare i nostri valori. Il Senegal è un modello di benvenuto. Le confraternite creare la pace, partecipano alla vita sociale, essi siano ascoltate e rispettate. Questo è uno dei motivi per cui il 95 per cento musulmani e cinque per cento cristiani e le altre religioni vivono insieme nel nostro paese in una molto buona coesione.”

“Africa Rekk” è un ponte della musica africana di ieri, oggi e domani. E’ un album tributo ai giovani africani che sono la più grande ricchezza del continente e che l’artista chiama a credere in se stessi e nel loro futuro in Africa.

via | http://artesuono.blogspot.it

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