Premessa: Lost In The Dream è il primo quasi-capolavoro di questo duemilaquattordici.

I The War on Drugs si formano nel 2005 grazie all’incontro di Adam Granduciel e Kurt Vile. Dopo alcuni demo e l’album di debutto Wagonwheel Blues, Vile lascia il gruppo e inizia la sua ottima carriera solista. Nel 2011 viene pubblicato il secondo album Slave Ambient e nel marzo 2014 Lost in the Dream.

Dieci brani, solo due al di sotto dei cinque minuti, confermano la grandezza di questo gruppo. Ballate con dei riff trascinanti, riescono ad emozionare in maniera disarmante. E’ un disco piacevolissimo con dei spunti di valore assoluti, dove classic rock e psichedelia si fondono in un tutt’uno, senza mai cadere nel banale. Il suono infatti, molto legato agli anni settanta, è perfetto senza nessuna sbavatura. Non mancano il synth e le atmosfere ambient che degli anni ’70 furono tra i protagonisti, non mancano certo i richiami in primis ai Petty, Knopfler e Springsteen ma non per questo il sound gode di propria autonomia. Si sentono brani lunghi ricchi di atmosfere, con chitarre incisive e a volte il piano in evidenza.
Come trama e ordito, testi e suono, s’intrecciano in un tutt’uno, formando un tappeto sonoro intriso di gioia, nostalgia, tranquillità e tristezza, tutto profondamente riflessivo, dove gli stati d’animo sono meravigliosamente aromatizzati.

La cosa che più colpisce è che, pur con arrangiamenti e melodie non particolarmente originali, il disco è decisamente spiazzante. Impressiona la profondità emotiva, le perfette vibrazioni sognanti, gli stati d’animo mutevoli.
Lost In The Dream è una collezione perfetta per una lunga distillazione sonora.

via | http://artesuono.blogspot.it

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